studio CALE è un emergente studio italiano fondato nel 2022 dalle architette Carla Gambioli e Alessia Romani. La sintesi della loro pratica progettuale richiama l’architettura delle città e attinge al patrimonio culturale del territorio di appartenenza, il Montefeltro, culla del Rinascimento. Cale – antico nome del comune italiano Cagli, PU – rappresenta un procedere tramandato tra l’architettura delle città, le piastrelle, la gestualità, grattare il tartufo, la tecnica, l’intarsio e l’elaborazione di un’inedita visione del mondo, la prospettiva.

In questo esercizio che coniuga scienza e creatività, ideali estetici ed etici, dove il confine tra le discipline si fa labile, pieno di contaminazioni, di saperi antichi e innovativi, studio CALE progetta arredi dove la variazione alla regola della proporzione, sempre leggibile, è data dall’ombra e dal suo  dialogo con la luce, per svelare lo scorrere del tempo.

Le collezioni CALE abbracciano l’alto valore del prodotto, inteso come oggetto destinato a durare nel tempo e nelle case. Ogni disegno sperimenta il concetto di intimità, a volte qualcosa si vuole nascondere e proteggere, in altre si svela a seconda della funzione e del momento. 

studio CALE ha partecipato alla ventiquattresima e venticinquesima edizione del SaloneSatellite – Salone del Mobile.Milano e alla quinta edizione della fiera partenopea EDIT Napoli, selezionato nella sezione Seminario. Ad oggi la collezione Torricini, piastrelle in ceramica smaltata che omaggiano il Palazzo Ducale di Urbino, è ufficialmente entrata in produzione e già a catalogo di Mavi Ceramica, azienda storica dell’artigianato ceramico italiano. 

calere calére v. intr. impers. [lat. calēre «esser caldo», quindi «eccitarsi, stare in apprensione»] (usato soprattutto nella 3a persona sing. cale preceduto da negazione; rare altre forme, come il cong. […] càglia e il pass. rem. calse), ant. – Importare, stare a cuore: quando altrui non cale De’ nostri alti parenti, A te ne caglia (Leopardi); siccome poco v’è caluto di costui che tanto mostravate d’amarlo, così vi carrebbe vie meno di me (Novellino).

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